Il governo promette 150 milioni ai fondi per startup di AI, cybersecurity e 5G

Nel decreto Pnrr vengono assegnati finanziamenti al dipartimento per la Trasformazione digitale e all’Agenzia per la cybersicurezza, per sostenere fondi di venture capital con Cassa depositi e prestiti

Un tesoretto da 150 milioni per alimentare fondi di venture capital dedicati a intelligenza artificiale, quantum computing, cybersecurity, 5G, telecomunicazioni. Lo ha stanziato il governo nell’ultimo decreto legge dedicato al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), varato il 26 febbraio in consiglio dei ministri, che Wired ha potuto visionare. Palazzo Chigi ha autorizzato il suo Dipartimento per la trasformazione digitale e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) “a sottoscrivere, in pari misura, quote o azioni di uno o più fondi per il venture capital” istituiti da Cdp venture capital, il Fondo nazionale innovazione controllata da Cassa depositi e prestiti (la cassaforte incaricata di investire il risparmio postale).

Le risorse

Nel 2024 l’ufficio di Palazzo Chigi e l’Acn potranno spendere fino a 90 milioni per fondi dedicati a “tecnologie emergenti, come intelligenza artificiale, quantum computing e cybersecurity, e ad altri sistemi “abilitanti”. Inoltre, potranno sottoscrivere impegni fino a 44,7 milioni di euro nel settore delle telecomunicazioni e, nello specifico, in investimenti volti allo sviluppo del 5G, al mobile edge computing (ossia il calcolo di grandi quantità di dati da parte di dispositivi e applicazioni distribuiti, vicini a dove i dati sono prodotti, come sensori, per esempio) e al web3 (l’architettura di internet che incorpora blockchain e infrastrutture decentralizzate). Per questa seconda voce di spesa, il decreto alloca già anche 14,7 milioni di euro per il 2025.

Infine, ci sono 300mila assegnati all’Agenzia nazionale per la cybersicurezza nel biennio per gestire questi investimenti e far fronte alle spese, al reclutamento di personale dedicato e ai gettoni di presenza per rappresentanti di Acn e del Dipartimento che, da decreto, dovranno sedere nella cabina di regia di questi fondi. Mentre sono etichettati come “norma in verifica” gli articoli che attribuiscono i capitoli di spesa al piano nazionale degli investimenti complementari al Pnrr, che integra con risorse locali il programma finanziato dagli aiuti europei, e al ministero dell’Economia e delle finanze (Mef). Il provvedimento ora passa al vaglio di Camera e Senato, che hanno 60 giorni di tempo per la conversione.

Il programma del governo

Da tempo il governo predica di voler creare un veicolo di investimento su intelligenza artificiale e altre tecnologie di frontiera. E ha costruito un impianto per controllare e indirizzare i finanziamenti. Il dipartimento di Palazzo Chigi è sotto la guida del sottosegretario all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, deputato comasco di Fratelli d’Italia sempre più ascoltato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Poi c’è l’Agenzia per la cybersicurezza nazionaleuna delle prime poltrone su cui il partito di maggioranza si è fatto sentire, per mezzo di un altro fedelissimo di Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano, con delega ai servizi segreti. Infine Cdp Venture Capital, altra vittoria di Fratelli d’Italia. Sebbene l’azionista di maggioranza di Cassa depositi e prestiti, ossia il Mef a trazione leghista con il ministro Giancarlo Giorgetti, fosse per la riconferma dell’ex ad, Enrico Resmini, il sottosegretario all’attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, avrebbe spinto per un cambio di rotta. Alla fine, le redini del fondo innovazione sono andate in mano all’ex responsabile finanziario di Terna, Agostino Scornajenchi.

Butti ha più volte sostenuto l’idea di un fondo a sostegno dello sviluppo dell’AI, promosso anche dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), che possa arrivare a mobilitare fino a 800 milioni di euro. Il decreto Pnrr è il primo passo. E dimostra l’interesse del partito di maggioranza non solo a governare l’innovazione tecnologica non solo dal punto di vista delle regole, ma a intestarsi anche la strategia sugli investimenti. Il fondo di Cdp ha in gestione asset per 3,1 miliardi e sotto la guida di Resmini è stato in grado di indirizzare risorse su settori critici, come la transizione energetica, e creare poli di trasferimento tecnologico in ambiti come lo spazio o la robotica. Il decreto ora assegna due priorità. Da un lato colmare il divario nel campo dell’AI, la tecnologia per eccellenza dello sviluppo dei prossimi anni, sostenendo startup nazionali. Dall’altro rafforzare le protezioni cibernetiche e le reti di telecomunicazioni, specie in campo 5G, a lungo dominato dalla tecnologia di aziende cinesi che non sono più viste di buon occhio in Europa. Ma che finora in pochi hanno saputo come sostituire.

Riproduzione wired.it

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